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Tina Modotti: una vita tra fotografia e impegno politico

Tina Modotti

Donna forte e fervente attivista politica, l’udinese Tina Modotti ha lasciato un segno anche nella storia della fotografia contemporanea. I suoi scatti diventano testimonianza dello spirito rivoluzionario messicano e della denuncia sociale.

L’infanzia a Udine e la partenza per l’America

Assunta Adelaide Luigia Modotti nasce a Udine nel 1896, il padre è operaio meccanico e la madre fa la cucitrice. Ha soli 2 anni quanto si trasferisce con la famiglia in Austria alla ricerca di lavoro. Il ritorno nella città natale avviene nel 1905 e la giovane frequenterà la scuole elementari portando a casa ottimi voti. Sono in sei in famiglia e c’è bisogno di un aiuto in più per riuscire a tirare avanti. Così a 12 anni inizia a lavorare in una filanda frequentando anche lo studio fotografico dello zio Pietro.

Incuriosita apprende le basi di quella che in età adulta diventerà il mezzo espressivo della sua arte. Nel 1912 il padre parte per l’America e poco dopo Tina lo raggiunge a San Francisco col resto della famiglia trovando impiego in un’azienda tessile. Da questo momento la sua vita ingranerà la quinta in un susseguirsi di avvenimenti e incontri che la segneranno per sempre. 

Tina Modotti Fotografa E Attivista

Dall’incontro con il poeta e pittore Roubaix de l’Abrie Richey, in arte Robo, nel 1917 nasce una relazione suggellata in breve tempo dal matrimonio. In quel periodo Tina inizia quella che sarà una breve carriera teatrale che la porta a recitare in tre pellicole hollywoodiane tra cui The Tiger’s Coat di Roy Clement. Se la relazione con Robo le consente di alimentare la passione per la poesia e l’arte, l’incontro con Edward Weston sarà decisivo per il suo futuro. 

L’artista resta ammaliato dalla bellezza di Tina che diventa protagonista dei suoi scatti fotografici. I due diventano amanti e quando Robo lo scopre è un colpo troppo duro da superare. Scappa a città del Messico, dove morirà di vaiolo all’insaputa di Tina che, quando lo raggiunge, non fa in tempo a salutarlo un’ultima volta. Nonostante sia profondamente scossa per il lutto, c’è qualcosa in questa città che la rapisce, l’affascina. Così nel 1923 decide di trasferirsi assieme ad Edward e iniziare a tutti gli effetti una nuova vita.    

La fotografia come strumento di denuncia sociale

Città del Messico è mossa da un forte fervore culturale e politico post-rivoluzionario che conquista Tina Modotti. Entra in contatto con i grandi pittori muralisti tra i quali Clemente Orozco e Diego Rivera. In breve farà la conoscenza anche di Frida Khalo, della quale diventerà un’intima amica. Tina Modotti si iscrive a Soccorso Rosso, un’organizzazione mondiale avviata dal Comintern per sostenere le vittime dell’ingiustizia sociale, e alla Lega Anti- Imperialista. L’impegno politico di fa sempre più fervente e questo risveglia in lei la passione per la fotografia. Una volta perfezionata la tecnica grazie all’esperienza di Edward Weston la sua carriera artistica decolla. 

Tina Modotti Le Mani Di Un Lavoratore Dell Edilizia

Lo stile di Tina Modotti cambia completamente: dall’osservazione della natura e l’utilizzo di effetti sfumati adesso predilige il quotidiano e i contorni netti. La fotografia diventa un vero e proprio strumento di indagine e denuncia sociale: la classe operaia, donne con bambini, mani al lavoro sono soggetti che acquistano una profonda valenza ideologica. La dignità del lavoro, del popolo e il suo riscatto fanno parte dei principi del comunismo che Tina Modotti ha ereditato dal padre e nei quali crede fermamente. Molti sono i simboli della rivoluzione immortalati dal suo obiettivo: murales, sombreros, chitarre, falci e cartucciere. Molte riviste pubblicano le sue fotografie e una delle sue morte viene definita come la prima raccolta di opere rivoluzionarie del Messico. 

Dall’attivismo internazionale al ritorno in Messico

Il clima politico diventa sempre più teso quando le organizzazioni comuniste vengono bandite. Il 5 febbraio del 1930 Tina Modotti viene accusata ingiustamente di aver preso parte all’attentato di Pasqual Ortiz Rubio, il nuovo capo dello stato. Espulsa dal Messico parte per Berlino, dove conoscerà Bohumìr Smeral, fondatore del Partito comunista cecoslovacco. Successivamente partirà alla volta di Mosca per raggiungere l’amico attivista Vittorio Vidali. Qui avrà luogo la sua ultima esposizione fotografica e negli anni successivi Tina si dedicherà esclusivamente alla militanza nel partito comunista. 

Tina Modotti Chitarra Falce E Cartucciera

Fino al 1935 soccorrere i perseguitati politici spostandosi tra Mosca, Varsavia e Parigi. Con lo scoppio della guerra civile spagnola nel 1936 resterà a Madrid per tre anni dedicandosi all’attività politica e culturale. Entra a far parte del Congresso Internazionale degli intellettuali contro il Fascismo e conosce personalità di spicco come Robert Capa ed Hemingway. Il ritorno in terra messicana avviene nel 1940 quando il presidente Lazaro Cardenas annulla la sua espulsione. Il 5 gennaio 1942, di ritorno in taxi da una cena, Tina Modotti morirà per un infarto.   

Il ricordo di Tina Modotti è ancora vivo nella memoria degli udinesi quando passeggiano in via Pracchiuso. La sua casa natale si trova al civico 89 e la facciata è interamente decorata con l’incisione di parole e lettere ad opera dell’artista Franco Di Zotto. Una targa commemorativa ritrae il profilo della donna ed è impreziosita da una poesia di Pablo Neruda a lei dedicata. Le fotografie di Tina Modotti sono esposte ancora oggi nei musei di tutto il mondo.

Tina Modotti: una vita tra fotografia e impegno politico ultima modifica: 2021-03-30T09:00:00+02:00 da Sara Forniz

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