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DIALETTO MITI E LEGGENDE TRADIZIONI

Sbilfs, i folletti protagonisti di storie e ricordi dei bambini

boschi e alberi del friuli con foglie ingiallite dall'autunno

Gli sbilfs sono piccoli esseri simili a folletti ed elfi protagonisti di moltissime leggende della Carnia. Si dice che abitino nei boschi all’interno delle cavità degli alberi oppure nei fienili e nelle stalle e che si nascondano accuratamente dalla vista dell’uomo. Non hanno un animo cattivo, anzi, al contrario sono degli eterni fanciulli che si divertono a fare scherzi e piccoli dispetti a chi si trova a passare sulla loro via.

La leggenda degli sbilfs

Gli Sbilfs, protagonisti di racconti fantastici, sono la rappresentazione del rispetto che avevano le popolazioni antiche nei confronti della natura. Si trattava di un modo per dare valore ad ogni singolo albero e per non sprecare i doni di madre natura.
La leggenda narra che essendo creature magiche, non appaiano a tutti ma si dice che solamente i bambini e i buoni di cuore riescano a vederli durante le passeggiate nei boschi.

Statue in legno che rappresentano gli Sbilfs al rifugio De Gasperi
Sbilf del rifugio De Gasperi

La tradizione di questi magici esserini è così sentita in Friuli che esistono dei veri e propri sentieri a tema in cui è possibile sentire la loro aurea. I sentieri degli sbilfs, infatti, sono capaci di trasportare chi li percorre in un mondo fatato in cui capita di sentire le loro risate gioviali e se si ha fortuna si possono intravedere i loro rifugi nelle cavità degli alberi.
Questi piccoli folletti non sono tutti uguali, ma anzi, cambiano nome a seconda delle zone e delle tradizioni ma anche del loro umore. Ognuno ha delle caratteristiche fisiche e caratteriali diverse che lo rendono unico e particolare.

Gli sbilfs più famosi

Si racconta che gli sbilfs amino vestirsi di rosso e siano ghiotti di Zuf, la bevanda a base di latte e farina di mais che si usava un tempo per colazione. Ma quali sono dunque i più conosciuti e come si riconoscono?

Il Gan o Gjan

E’ di carattere amichevole, ama dormire in un letto fatto di muschio al riparo di vecchi tronchi di alberi caduti. Si dice che sia amico delle genti di montagna.

Il Mazzarot

Ha una risata allegra e un carattere dispettoso. Si diverte a rovesciare il latte e guidare gli animali al pascolo per poi abbandonarli solo per il piacere di vedere gli allevatori che lavorano il doppio.

Il Massaroul

E’ uno dei più dispettosi, goloso di frutti di bosco. Si dice che odi il colore rosso (anche se indossa proprio una calzamaglia rossa!) e proprio per questo le persone per difendersi dai suoi dispetti usano appendere un abito o uno straccio rosso sulle porte delle case.

Manifesto che racconta la leggenda del Massaroul in lingua friulana
Massaroul, ph progetto Collinrete

Ridusuela

Uno dei pochi sbilfs femmina, porta un cappellino con dei piccoli sonagli ed è la moglie inseparabile e gelosissima del Massaroul.

Il Licj

Piccolo elfo che ama gli spazi chiusi. Vive in casa e il suo passatempo preferito è scucire gli abiti!

Il Brau o Braulin

Si racconta che abiti nei paesi e ami giocare con lacci e corde. Il suo scherzo preferito, infatti, è quello di aggrovigliare fili e gomitoli in matasse difficili da sbrogliare.

Il Bagan, sbilfs dispettoso per eccellenza

Ama vivere nelle stalle, e come il Mazzarot, rovescia il latte nelle stalle e nasconde gli oggetti di lavoro dei contadini. La tradizione vuole che per evitare i suoi scherzi sia consigliato offrirgli del latte, della panna e dei cjarsons il giorno di martedì grasso.

Manifesto che racconta la storia del Bagan in friulano
Bagan, ph Progetto Collinrete

Il Pavar

E’ un vero amante degli spazi aperti e abita nei campi coltivati. E’ il paladino del rispetto verso la natura e quindi punisce chi non la salvaguarda.

Sbilfs, i folletti protagonisti di storie e ricordi dei bambini ultima modifica: 2019-08-27T12:47:47+02:00 da Susanna Tondo

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